GLI AMARI

IX Secolo A.C

Mercurio ed Ulisse, sono in viaggio dall’antica Grecia per il secolo a.c.
Sud dell’Italia; si ritrovano sugli impervi e selvaggi fianchi dei Monti Lattari, con loro portavano in un vaso di terracotta, dalla forma a tronco di cono, bacche di piante selvatiche contro gli inganni e le sventure. Le bacche hanno la forma di un’oliva, il colore nero come la notte, ed un profumo inebriante.
Mercurio, all’alba del giorno della partenza di Ulisse per Eea, prima di trovarsi di fronte alla maga Circe, per proteggerlo dai suoi incantesimi, miscelò: rugiada, erbe medicamentose, frutta e bacche, dando vita al potente antidoto Moly.

L’antica ricetta è stata tramandata fino ai nostri giorni, tant’è che i contadini di Lettere ne hanno custodito la sapiente miscela degli ingredienti.
Questa antica storia rivive in Moly.
L’amaro e il pregiato liquore alle ciliege Kerási, protetti dal marchio DeCo del Comune di Lettere, sono il frutto di una leggenda che, ancora oggi, rivive nel tempo.

Mercure et Ulysse, en voyage de la Grèce antique vers le sud de l’Italie, se retrouvent sur les flancs accidentés et sauvages des monts Lattari, emportant dans un vase en terre cuite, en forme de cône tronqué, des baies de plantes sauvages contre la tromperie et le malheur. Les baies sont en forme d’olive, noires comme la nuit et ont un parfum enivrant.

Mercure, à l’aube du jour du départ d’Ulysse pour Eea, avant qu’il ne soit confronté à la sorcière Circée, afin de le protéger de ses sortilèges, a mélangé : rosée, herbes médicinales, fruits et baies, ce qui a donné le puissant antidote Moly. L’ancienne recette a été transmise jusqu’à nos jours, à tel point que les agriculteurs de Lettere ont conservé le savant mélange des ingrédients.
Cette histoire ancienne revit dans Moly.
Le digestif et la précieuse liqueur de cerise Kerási, protégée par la marque DeCo de la commune de Lettere, sont le fruit d’une légende qui perdure encore aujourd’hui.

Mercury and Ulysses were traveling from ancient Greece to the South of Italy and they found themselves in the rough and wild sides of the Lattari Mountains. They brought with them a truncated cone-shaped clay pot filled with berries of wild plants against deception and misfortune. The berries were olive-shaped and black as night and they had an heady scent. At dawn of Ulysses’ departure day for the island of Aeaea, Mercury created a potion to protect him from the sorceress Circe’s spells by mixing dew, medicinal herbs, fruit and berries : thus was born the powerful Moly antidote. The ancient recipe has been handed down to the present day thanks to the peasants of the place who preserved the masterly blend of ingredients. This old story relives in Moly. The bitter digestive and the fine Keràsi cherry liqueur, protected by trademark De.CO of the town of Lettere, are the result of a legend that still lives on today

 

I BABÀ

“SI ‘NU BBABBÀ”

A Napoli si usa questa espressione per fare un complimento a una persona in base alla sua bontà e morbidezza, in quanto il babà ha una pasta dalla consistenza soffice e delicata.

Il babà è diverso dagli altri dolci, oltre che per la sua forma a fungo, proprio per la sua consistenza spugnosa che trattiene il rhum di cui è imbevuto. È il dolce del giusto equilibrio perché non deve essere mai troppo asciutto nè troppo bagnato.
Il babà si identifica con la città di Napoli ma non è nato qui da noi, probabilmente nella nostra città gli è stata data la “capoccia” a forma di cupola che lo caratterizza.
Il babà è stato scoperto casualmente dal suocero di Luigi XV, Stanislao
Leszczynski, di origini polacche che si dilettava nell’arte pasticciera.
Il nobile, cercando di ammorbidire un tipico dolce russo, in un suo maldestro tentativo fallito, scaraventò l’impasto contro la cucina andando a colpire una bottiglia di rhum che cosparse il pasticcino rendendolo buonissimo di sapore e morbido.
Era nato il babà.
Fu lo zar Alessandro di Russia ad apprezzarne la bontà e a chiamarlo Ali Babà perché uno dei suoi libri preferiti era: “Le Mille e una Notte”.

I FICHI

“SEI UN FICO”

Si usa per indicare una persona elegante e di bella presenza

L’Italia, per la sua posizione geografica, è la terra dai Mille Sapori, un Eldorado di frutti unici.
Ci sono alimenti di qualità per il loro pregio alimentare come il tartufo nelle Langhe, l’oro bianco di Alba, e come i fichi al meridione, l’oro bianco del Cilento.
Una riserva aurea di grandissima prelibatezza da ricercare e salvaguardare.
I cacciatori d’oro possono percorrere un viaggio nei sapori che partendo da una storia antica arricchisce oggi la nostra cucina.
L’origine dei fichi del Cilento è antica, si fa risalire al VI secolo a.C., al tempo dei coloni greci che fondarono molte città in quest’area. La biodiversità dell’area cilentana ha permesso ai fichi di avere il caratteristico colore bianco ed uniforme della buccia, una consistenza della polpa pastosa ed un sapore dal gusto dolce, unico nel suo genere.
Il fico bianco del Cilento è stato da sempre un alimento di base per le popolazioni locali, chiamato ancora oggi “il pane dei poveri” perchè abbonda nella zona e può essere conservato per tutto l’anno con l’essiccazione.
Valorizzare la sua storia rende l’azienda Moly orgogliosa di operare alla ricerca delle nostre tradizioni alimentari.

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